In una delle più belle tra le Operette Morali, Leopardi fa incontrare la Morte con la Moda. Unite da una curiosa parentela (nate “tutte e due dalla caducità”), le due danno vita a uno dei dialoghi più vivi (e attuali) della prosa leopardiana.
C’è un’immagine che, a decenni di distanza, ha saputo riassumere questo dialogo in maniera potente e surreale, facendo incontrare di nuovo le due “sorelle” come raramente succede (soprattutto sulle pagine patinate e glamour delle riviste di moda). Il fotografo francese Guy Bourdin (Parigi, 1928-1991) ha sempre avuto un debole per le atmosfere inquietanti e gli scenari al limite del macabro. Ma c’è una celebre sequenza della campagna realizzata per Charles Jourdan in cui supera se stesso: le scarpe sono a terra sulla scena di un tragico incidente d’auto, accanto a macchie di sangue e alla consueta silhouette del cadavere disegnata in gesso sull’asfalto.
Non sarà il primo né l’ultimo pseudo-thriller che Bourdin costruirà. Molte delle sue immagini continueranno a proporre atmosfere misteriose e allarmanti, sottolineate da pose irreali, improvvise folate di vento e illuminazioni drammatiche. La mostra A Message for you presenta alcuni di questi scatti in un periodo della produzione del fotografo francese che va dalla fine degli Anni Settanta e riunisce circa 75 stampe moderne. Una raccolta di immagini pubblicate su Vogue France o provenienti da celebri campagne pubblicitarie che vedono come protagonista Nicole Meyer (musa ispiratrice e modella di Bourdin, che la conobbe appena 17enne). Con una cifra stilistica particolare: le immagini di Bourdin hanno infatti una forma narrativa complessa, fatta di elementi sensuali mescolati con altri scioccanti e surreali, e soprattutto costruiscono una scenografia ampia, di cui non sempre modelle, vestiti e accessori sono l’unico centro.
E sei i modelli dell’artista francese vanno cercati tra Man Ray (suo mentore), i surrealisti Magritte e Balthus e il regista Luis Buñuel, è probabilmente la leggenda che avvolge la vita stessa del fotografo a rendere ancora più noir le sue storie. Di Bourdin si ricordano infatti il carattere eccentrico e dark, la voce lagnosa con cui esigeva dalle sue modelle ore e ore di pose estenuanti, le storie sinistre sulla sua biografia (sua madre l’aveva abbandonato da piccolo, sua moglie e due sue amiche si erano suicidate).
Ma, oltre la leggenda, quello che rimane è lo sguardo di un artista capace di scovare la bellezza in paesaggi e pose non convenzionali. Una boccata d’aria nella fotografia di moda.
Rosa Carnevale
Firenze // fino al 10 marzo 2013
Guy Bourdin – A message for you
MNAF
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